Calle Magellano

25|03|2020
Giuseppe Muroni


«"O frati," dissi, "che per cento milia
perigli siete giunti a l'occidente,
a questa tanto picciola vigilia

d'i nostri sensi ch'è del rimanente
non vogliate negar l'esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza".»

Dante Alighieri, «Inferno», Canto XXVI, vv. 112-120.


Ferdinando Magellano incarna lo spirito d’avventura e di conquista dei navigatori europei del Quattrocento e del Cinquecento. Nel settembre del 1519, appoggiato dall’imperatore Carlo V, salpa da Sanlúcar de Barrameda, in Spagna, dopo avere disceso il fiume Guadalquivir da Siviglia, con cinque navi e 265 uomini. Dopo alcune difficoltà inizia l’esplorazione delle coste dell’America Meridionale alla ricerca del passaggio verso le Indie. Controllato un primo ammutinamento dei diversi equipaggi, raggiunge lo stretto che avrebbe poi preso il suo nome, nell’attuale Cile, e dopo un mese di sfida coi forti venti che battevano la zona, si inoltra in una zona sconosciuta agli occidentali: l’Oceano Pacifico, soprannominato così per l’assenza delle tempeste che caratterizzavano l’Atlantico e per le correnti favorevoli.

La spedizione prosegue, quindi, con tre sole navi: una è naufragata, l’altra si è data alla macchia. Nel marzo del 1921 Magellano arriva alle Isole Marianne, dove iniziano i primi contrasti con le popolazioni locali: gli indigeni provano a rubare il poco che è rimasto a bordo. Successivamente arriva nelle Filippine dove muore a seguito di uno scontro con i nativi. Il sogno di Magellano termina lì, dopo aver perso tre navi e centinaia di uomini. È stato il primo nella Storia ad attraversare l’Oceano Pacifico.

Ma la sua sete di «canoscenza» sopravvive nei suoi uomini, i quali continuano la spedizione sull’unica nave superstite, la Victoria, al comando di Juan Sebastián Elcano. Dopo aver circumnavigato il globo, in 2 anni, 11 mesi e 17 giorni, la «compagna picciola» arriva in Spagna: tra i 18 uomini ammalati e denutriti c’è anche l’italiano Antonio Pigafetta, che ci ha lasciato una delle testimonianze di viaggio più preziose del periodo.

Calle Magellano si ispira al desiderio di conoscenza del mondo che ha ispirato molti uomini della prima Età Moderna.

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