Punti cardinali,
Italia 2020

Le grandi donne di Sara Ciprandi

05|01|2021
Giuseppe Muroni


L’ultima opera dell’artista Sara Ciprandi nell’home page del sito di Giuseppe Muroni, riprende temi e stili già mostrati nelle illustrazioni che hanno reso riconoscibile il tratto della visual designer milanese, già autrice di importanti lavori pubblicitari per Lancôme, Apple, Vice, Newton Compton Editori, Il Sole 24 Ore, Donna Moderna, la newsletter del Corriere della Sera. 

Il titolo evocativo e allegorico dell’opera risente degli eventi che han contraddistinto il 2020, annus horribilis della pandemia di Covid. Se conoscenza, uguaglianza di genere, riduzione delle disuguaglianze sociali e tutela ambientale sono i grandi temi attorno ai quali ruotano le sfide della contemporaneità, qui emerge la speranza, assegnata alla cultura visionaria di donne indipendenti, libere e mai banali, che han fatto della propria autorevolezza e passione una peculiarità apprezzata a livello internazionale.

Anna Magnani, sulla sinistra, apre il sipario avvolta in una veste nera, che richiama il film Roma città aperta di Roberto Rossellini, e con in mano una bobina di pellicola da 16 mm, emblema di un cinema glorioso che non c’è più. Prima attrice non di lingua inglese a ricevere il premio Oscar (La rosa tatuata, 1956) ed icona del cinema italiano nel mondo, nella sua lunga carriera ha reso possibile l’impossibile; con le sue interpretazioni si è spinta laddove nessuno prima di lei era arrivato, influenzando cultura di massa e cultura aristocratica, unendo trasversalmente pubblici elitari e nazionalpopolari. I pianeti che la circondano collegano il mondo trasognante del cinema alla razionalità dell’astrofisica Margherita Hack, donna atea, libertaria, indipendente, figura di grande scienziata e divulgatrice che ha permesso di avvicinare all’occhio limitato dell’homo sapiens mondi insondabili, leggi naturali che governano l’universo.
Di fianco, la passione per la vita è sintetizzata nello sguardo malinconico della poetessa Alda Merini, icona pop dell’amore raffinato e dei legami imperfetti, della marginalità e della rarefazione.
Altera nel suo portamento nobile, Rita Levi Montalcini fissa e sfida l’osservatore, come quando scoperse il fattore di accrescimento della fibra nervosa che le valse il premio Nobel per la medicina nel 1986. Scienza e fantasia, estro onirico e razionalità, spiritualità e laicità si rincorrono continuamente in questa opera simbolica di Sara Ciprandi, in una sorta di nuovo manifesto della contemporaneità in cui vengono veicolati valori umani e umanistici, messaggi stratificati e universali. I colori desaturati, le tipiche mani sinuose dalle dita allungate d’ispirazione orientale, le forme delicate e armoniose che rimandano all’eleganza della Secessione viennese di fin de siècle, creano un’atmosfera fuori del tempo, eterea, immutabile. È sufficiente soffermarsi sull’eleganza dell’abito severo e impeccabile di Rita Levi Montalcini, sull’intensità e la precisione di occhi e sopracciglia per capire i rimandi alla ritrattistica di moda, alle avanguardie di inizio Novecento, allo stile raffinato e curato nei minimi dettagli.

Un’artista che interpreta in modo originale la contemporaneità, distante dai cliché conformisti dell’illustrazione libraria di consumo e che, al contempo, dà dignità alla cultura italiana.


Bozze dell'illustrazione: dietro le quinte.


Nello studio di Milano di Sara Ciprandi. Video making-of.


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